Due persone
distinte in relazione tra loro, quando
decidono di formare una coppia,
determinano una condizione esistenziale totalmente nuova e inedita per
ognuno dei due:
una volta insieme
l’interazione tra le due personalità provocherà
l’emersione di aspetti di Sé, che nella mescolanza delle loro
inclinazioni e nella sollecitazione
reciproca delle loro passioni, produrranno un sistema di condivisione emotiva
molto più complesso e ampio di quanto non possa essere, se sommiamo le caratteristiche
di ogni individuo preso separatamente.
Perciò quello che può
emergere in ciascuno dei due componenti la coppia nel corso della relazione,
spesso è una serie di incognite anche
per loro stessi, nonostante le intenzioni da entrambi dichiarate di
voler seguire un progetto comune e un orientamento di vita condiviso, anche
quando ciò sia stato chiaramente esplicitato all’inizio del rapporto e più
volte ribadito in seguito. In altre
parole, anche se il progetto comune è stato realizzato con scelte molto
concrete, come una convivenza, una casa nella quale si va a vivere insieme,
impegni economici condivisi, figli ecc. , nel corso della vita a due, potranno
insorgere aspetti di Sé in ognuno dei
partner che si manifestano in nuove aspirazioni e motivazioni, che a volte
daranno un impulso all’evoluzione del rapporto ma a volte potrebbero esitare in
controversie e insoddisfazioni che
sfociano in un conflitto doloroso che non si risolve.
Ideale sarebbe poter
formare una coppia che sia sempre in sintonia, inoltre sarebbe opportuno che
ambedue i componenti della coppia
possedessero come dotazione personale una stabilità e una evoluzione
tale da consentire una buona plasticità dell’Io. Allora in questo caso, la coppia sarebbe
attrezzata a trasformare le criticità in diverse occasioni di crescita del potenziale creativo e costruttivo racchiuso
in essi, ma naturalmente molte volte una condizione così ideale, quasi da
manuale non si realizza affatto.
Fin qui forse non c’è
nulla di strano, se ci pensiamo sembra quasi ovvio che quando si intraprende
qualsiasi progetto, poi in corso d’opera possono subentrare imprevisti e
ulteriori chiarimenti interiori che potrebbero determinare un ampliamento delle
prospettive, una dilatazione dei tempi necessari per realizzare ciò che ci si prospettava,
ostacoli indesiderati e diverse altre criticità. Ma quando ciò accade, e prima
o poi accadrà senz’altro, nella vita di coppia, quali possono essere le
conseguenze?
L’equilibrio originario
può essere compromesso, con il trascorrere del tempo infatti, la stabilità è
sottoposta alla pressione delle più diverse vicende della vita che potrebbero comportare la necessità di revisioni
e riadattamenti talvolta radicali. La coppia
costituisce un ‘campo relazionale’ per
cui anche se uno dei due componenti ritiene di essere, o è più stabile
dell’altro, può accadere sia che la
flessibilità dell’uno contribuisca a migliorare la sintonia nella relazione, perché è in grado
di compensare le mancanze dell’altro, sia può accadere che le problematiche
dell’uno si scontrino coi limiti dell’altro; quindi accade che, nonostante la
disponibilità dichiarata, colui che
appare più disponibile, di fatto non riesca a compensare le problematiche
dell’altro.
Ecco
allora che fatti della vita di natura dolorosa o traumatica, i problemi o le
frustrazioni professionali, la nascita di un figlio, le successive fasi della
sua crescita, indecisioni o difficoltà
di averne di figli, il venire meno all’impegno di lealtà tra i partner, profondi vissuti di
delusione determinati dal divario tra “ l’unione immaginata” e “ l’unione reale”, la percezione sempre più acuta del tempo che passa, ecc. sono tutti fattori che mettono a dura
prova la stabilità della coppia.
Queste evenienze possono causare una progressiva conflittualità dovuta anche alla difficoltà, di uno dei due o di
entrambi, di accettare che esistono diversi modi altrettanto plausibili e
validi di ragionare intorno
all’esistenza e che queste diversità, se si impara ad ascoltarsi a vicenda, al posto di alimentare una contrapposizione e una squalificazione
del pensiero dell’altro, potrebbero favorire una crescita ulteriore della coppia
unendo e integrando le diversità, o anche a pervenire alla decisione di
prendere ognuno la propria strada senza distruggersi a vicenda.
Tutti
questi eventi possono dar luogo a una crisi profonda e di conseguenza, a una sofferenza psichica se la coppia non è
preparata per gestirla; ciò accade quando non c’è una sufficiente
consapevolezza del fatto che in questi frangenti sarebbe stato necessario aver
maturato una capacità di ascolto e di empatia
per accogliere e comprendere l’uno le ragioni dell’altro.
Dopo una buona oretta di conversazione, ci siamo
intesi perfettamente.
Domani mi venite con le mani in faccia, gridando:
«Ma come? Che avete inteso? Non mi avevate detto
così e così?»
Così e così, perfettamente. Ma il guaio è che voi,
caro, non saprete mai, né io vi potrò mai comunicare come si traduca in me
quello che voi mi dite. Non avete parlato turco, no. Abbiamo usato, io e voi la
stessa lingua, le stesse parole. Ma che colpa abbiamo, io e voi, se le parole,
per sé, sono vuote? Vuote, caro mio. E voi le riempite del senso vostro, nel
dirmele; e io nell’accoglierle, inevitabilmente, le riempio del senso mio.
Abbiamo creduto d’intenderci, non ci siamo intesi
affatto.
Questo passo, tratto da
un capolavoro della letteratura di Luigi Pirandello ‘Uno, nessuno e centomila’
descrive in maniera perfetta e puntuale la complessità e la difficoltà nella
comunicazione umana; qui addirittura sembra voler affermare una definitiva
impossibilità alla comunicazione e decretare di conseguenza, una inesorabile
solitudine costitutiva della vita dell’uomo. Ma nel racconto di Pirandello, il protagonista, dopo che ha
analizzato e constatato la difficoltà, anzi la impossibilità di capirsi vicendevolmente, prosegue nei suoi
ragionamenti solipsistici, al posto di condividere questa sua consapevolezza.
Se avesse compreso che sarebbe stata opportuna la condivisione di questa presa
di coscienza, all’interno di una relazione, i due, diventati entrambi
consapevoli degli ostacoli alla comunicazione, avrebbero potuto cercare una
soluzione per superare l’empasse senza
rimanere intrappolati nel malinteso. Ma nel racconto, il protagonista, troppo
preso dai propri conflitti interni, non è in grado di usufruire
e di apprezzare le potenzialità ricostruttive di una relazione
affettiva: è inesorabilmente intrappolato nel gorgo risucchiante dei propri
pensieri e ha perso ogni fiducia nei rapporti umani.
La nostra ‘ambizione’ al contrario, al posto
di un trionfo individualista o di una espiazione solitaria, è quella di organizzare un contesto spazio
temporale strutturato, allo scopo di riflettere insieme per una presa di
coscienza di ciò che provoca i comportamenti e le difficoltà comunicative che
creano incomprensione e contrapposizione, contemporaneamente lavorare
per acquisire un metodo per comprendere i significati affettivi
personali e gli stili relazionali
dell’esperienza in coppia.
Creare nella coppia
momenti di incontro programmati potrebbe far temere una perdita di spontaneità
che idealmente viene richiesta nelle relazioni sentimentali; al contrario,
questa capacità della coppia di impegnarsi a mettere in scena una situazione di
dialogo coinvolgente e risonante emotivamente, senza dover attendere o
pretendere che si generi magicamente un’atmosfera al chiaro di luna col cielo
stellato per poterlo fare, richiede uno slancio orientato a dedicare del tempo
per cercare di creare una confidenza e
una intimità allo scopo di rendere più
profonda e soddisfacente la relazione, come si fa in ogni progetto che si
intraprende per una passione creativa e costruttiva: per realizzare e portare
compimento la propria opera creativa, a un certo punto sono necessari dedizione
e impegno.
Questo vale sia per le
sedute di psicoterapia che ovviamente sono incontri programmati, sia per la
decisione di ricercare e ritagliare, quanto più possibile nella quotidianità,
dei momenti di dialogo e intimità da parte della coppia.
Dia-logo, dove dia-
significa tra, attraverso, mediante o anche separazione; se uniamo i significati possiamo avere un termine che
denota uno scambio attraverso il quale può avvenire una unione tra differenze;
le ultime considerazioni fanno chiaramente intendere che un trattamento
Psicologico può essere un’ esperienza interessante e utile non solo in
situazioni di emergenza o di conflittualità, ma anche per acquisire un metodo
per approfondire o per meglio affrontare
le questioni complesse della vita.